Villa Corinna, al centro di una proprietà di circa un ettaro che si estende sul basso versante orientale del Monte Bellenda, costituisce
una delle più importanti testimonianze storico architettoniche della Piana di Latte, località tradizionalmente preferita dalla nobiltà
di Ventimiglia, ma anche Piemontese, per trascorrere la villeggiatura estiva.
La Villa è il risultato di diverse fasi costruttive:
il nucleo più antico, che corrisponde al corpo centrale di maggiore altezza, risale presumibilmente alla prima metà del Cinquecento,
epoca in cui furono realizzate in tutta la Liguria di Ponente molte Torri di avvistamento e di difesa contro le incursioni turco-barbaresche
particolarmente frequenti in quei decenni. Con il noto censimento del 1971, De Maestri aveva individuato le costruzioni di difesa pubbliche
realizzate nel XVI secolo dalle comunità costiere della Riviera occidentale, sotto le direttive della Repubblica Marinara di Genova, tra le quali
si segnalano, a titolo di esempio, i bastioni costieri di Alassio, Andora e Laigueglia (1).
In questo elenco non è compresa Villa Corinna
in quanto edificio di proprietà privata sin dalla sua fondazione, per il quale, tuttavia, risulta evidente l’adozione della stessa tipologia
costruttiva degli edifici di difesa pubblici: la Villa, infatti, è a tutti gli effetti un tipico esempio di casa-torre fortificata
a pianta quadrata, caratterizzata da un certo sviluppo in altezza, mura perimetrali di notevole spessore, copertura piana e cordonatura che
separa la base a scarpata dalla parte superior dell’edificio.
Villa Corinna è inoltre una delle poche costruzioni cinquecentesche della zona ad aver conservato la struttura d’appoggio del ponte elevatoio
:essa che oggi si presenta come un corpo a forma di U, occupa tutto il lato del nucleo centrale fino all’altezza del secondo piano.
Al centro di questa struttura è stato fissato l’antico ponte elevatoio attraverso il quale è ancora possibile accedere all’interno dell’edificio.
La Villa ha presumibilmente mantenuto l’aspetto originario fino alla seconda metà dell’Ottocento quando l’intera proprietà era ancora chiamata
“Torretta Soprana”, per distinguerla da un’altra proprietà che si trova nella zona sottostante in cui era presente un’analoga costruzione
(oggi nota come Casa Ammirati).
Delle case-torri della Piana di Latte è rimasta l’interessante testimonianza di Miss Gretton, una turista
Inglese che nel 1854 era stata ospitata per alcuni giorni nella Villa Honesto Otio. (2)
Allo stato attuale delle ricerche non è noto
il nome della famiglia committente, ma si sa che nel XIX secolo, presumibilmente nella prima metà, fu acquistata da Andrea Biancheri,
noto commerciante di Ventimiglia, che nel 1868 lasciò ai tre figli, nel 1881, in base all’atto di divisione dei beni paterni,
Villa Corinna toccò ad Emanuele Secondo Biancheri che, dopo qualche anno, la sopraelevò di un piano.
Il nucleo centrale dell’edificio, ovvero la prima vera e propria casa-torre, è stato volumetricamente incrementato anche se, allo stato attuale,
è ancora possibile distinguere il corpo originario dalle aggiunte successive: un primo ampliamento si ha negli anni Venti del Novecento quando
viene costruito il corpo quadrato di due piani sulla facciata meridionale.
La Villa, a causa dell’andamento in declivio del terreno,
presenta tre piani sui lati Ovest e Sud e quattro a Nord e a Est, priva di decorazioni esterne, se si esclude la fascia sottotetto con una serie
di mensole che si ripetono anche nel corpo di due piani a Sud, ha un aspetto piuttosto severo ed imponente, caratteristico degli edifici di difesa.
All’interno si segnalano le interessanti strutture voltate – a padiglione e crociera – nonchè l’ancor perfettamente conservato pozzo nel
tinello al secondo piano, tuttora pieno d’acqua, a testimoniare la funzione difensiva dell’edificio.
La Villa è circondata da un parco
che rappresenta il naturale completamento dell’edificio, dal carattere prettamente ortivo e coltivo più che ornamentale. Infatti, sebbene siano
ancor oggi presenti diverse piante ornamentali d’alto fusto (palme, pini, eucalypti, cipressi) oltre ad ulivi, mimosa e ginestre, il terreno di
pertinenza è a destinazione prettamente agricola, come testimoniato dal permanere di alcuni fabbricati rurali tuttora utilizzati.
Ancora conservata è la pergola-andamento che collega il lato Sud dell’edificio con l’ingresso posto sulla strada Aurelia, un tempo accesso principale
nella proprietà.
(1) De Maestri “Opere di Difesa”
(2) Gretton M “ Diary of an English woman in Italy”, London 1860.